Visualizzazione post con etichetta vita. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta vita. Mostra tutti i post

mercoledì 22 settembre 2010

Strano modo di comunicazione

-Hai visto qui?
-Sì… molto curioso…
-Certo che non si finisce mai di trovarne di stranezze, fra le stelle!
-1.42 GHz… questo non è così strano, potrebbe avere un senso. Se non sbaglio, è la frequenza dell’idrogeno…
-…Ed essendo l’idrogeno l’elemento più diffuso nell’universo… Ok, questa gliela passo.
-Vediamo un po’ cosa contiene? Uhmm, non si capisce granché, ma sembra esserci una certa logica.
-Però, che pena mi fanno!
-Hai ragione! Con tutti i metodi di comunicazione che esistono, proprio questo hanno utilizzato per cercare di contattare forme di vita extraterrestri! Onde elettromagnetiche.
-Duecentotrentasette civiltà in questa galassia; ognuna ha seguito diligentemente il suo sviluppo tecnologico, evitando di rimanere invischiata nella melassa elettromagnetica. E poi arrivano questi, che sperano di contattare qualcuno utilizzando tali stravaganze! Da queste letture, poi, sembra che se ne servano ampiamente per comunicare tra loro, anche se oramai l’etere è saturo e il livello di radiazione comincia a danneggiare i loro corpi.
-Notificalo nel registro NCDN[1], e dì a Jikf di preparare qualcosa per mandar loro un contentino, uhm, diciamo… di 20TeraWatt. Dovrebbero udire forte e chiaro. Ma solo numeri primi e pigreco, non voglio che si montino la testa.
-Sono d’accordo. Quando avranno imparato ad utilizzare le onde gravitazionali, se ne riparlerà.


[1] Nuove Curiosità Della Natura


Questo raccontino del 2004, che mostra il punto di vista di ipotetici alieni nel momento della scoperta della nostra civiltà, aveva lo scopo di rimarcare quanto noi diamo per scontato l’uso delle onde elettromagnetiche per le comunicazioni. Oggi non siamo del tutto certi degli effetti di livelli seppur minimi di onde elettromagnetiche sul funzionamento delle cellule: forse ai livelli attuali non potranno causare un danneggiamento diretto, ma non è da escludere che possano modularne in maniera inaspettata i meccanismi interni. Provate a pensare che in questo momento, in qualunque parte civilizzata del globo vi troviate, il vostro corpo viene continuamente attraversato da milioni di onde elettromagnetiche provenienti da ripetitori per cellulari, emittenti radio-televisive, radar...
E seppur ora il livello di radiazione elettromagnetica non sembra così elevato da danneggiare il tessuto vivente, provate ad immaginare cosa succederebbe nei prossimi cento anni se la rete di telecomunicazioni continuasse a crescere al ritmo vorticoso di oggi. Forse si potrà davvero parlare di “melassa elettromagnetica”. Sarà quindi meglio cominciare a cercare altri metodi di comunicazione...

lunedì 9 agosto 2010

A proposito di "bioidingegneria"... Il primo microorganismo con DNA artificiale

E' nel numero di Agosto di Scientific American la notizia del primo microorganismo con DNA costruito artificialmente in laboratorio. Lo scorso marzo alcuni scienziati del Craig Venter Institute di Rockville (Maryland) hanno inserito il genoma sintetizzato del batterio Mycoplasma mycoides in una cellula di Mycoplasma capricolum, e prontamente il nuovo DNA ha cominciato a far lavorare la cellula come se fosse un batterio M. mycoides. Nel giro di tre giorni i ricercatori si sono ritrovati con un'intera colonia di M. capricolum "comandati" da DNA sintetico di M. mycoides.
Emblematico è ciò che ha detto Craig Venter - il leader del gruppo di ricercatori - durante una conferenza stampa: "Questa è la prima cellula auto-riproducentesi sul pianeta ad avere un computer come genitore".
A quanto pare l'Era Bioide descritta nei post precedenti non sembra poi tanto lontana...

mercoledì 16 giugno 2010

Mondi Remoti

«Visto da questa altura, il crepuscolo sulla città è splendido. I veicoli scorrono silenziosi nelle piste, lasciando dietro di sé una scia effimera. Gli edifici e le piazze risplendono dei colori artificiali delle tenui lampade di illuminazione pubblica. La foschia si leva leggera, tingendo di porpora l’orizzonte confuso. La cordigliera si staglia sullo sfondo, maestosa e rassicurante, come ad abbracciare la periferia desolata. L’unico rumore è quello della brezza indecisa, che si fonde con gli arbusti e con le rocce dell’altopiano. Il profumo del nestro e dello streglio si mischiano in un odore esotico, regalando sensazioni olfattive corroboranti e distensive. Il padre si avvicina prudentemente al bordo, tenendo per mano il figlioletto: “Vedi laggiù in quel punto, vicino all’incrocio B12? Là è la nostra casa.” Dopo un attimo di contemplazione, volge lo sguardo al firmamento, indicandone flemmaticamente un punto: “Stasera Galassia dà spettacolo! Chissà se tra quel mare di innumerevoli stelle c’è qualcuno come noi, eh? Chissà se anche loro hanno vite come le nostre, città come questa, pensieri come i nostri… Cosa ne dici tu?”, con mano veloce il padre scompiglia i capelli del piccolo, che nel frattempo aveva assunto un’espressione interrogativa. “Kikor sta sorgendo, è ora di andare a nanna!” »
(Nembo Buldrini, 1998)

sabato 13 febbraio 2010

La vita in altri universi

Spesso guardando un film, riferendosi al protagonista, si pensa: "Possibile che gli vanno tutte dritte? La scampa sempre per un pelo!...". Guardando la cosa da un altro punto di vista, si potrebbe dire che proprio perché ai protagonisti sono andate tutte dritte, essi possono essere qua a raccontarci le loro mirabolanti avventure (e questo punto di vista rende ancora più "plausibile" e perciò entusiasmante la visione del film). Pensando a Star Trek, una delle mie saghe di fantascienza preferite, spesso all'inizio mi veniva da pensare all'Enterprise  ed al suo equipaggio come troppo fortunati per essere verosimili, pure in un mondo di fantascienza. Ma il ragionamento potrebbe anche essere che l'Enterprise ed il loro equipaggio - nell'universo di Star Trek, ovviamente :-) - siano diventati famosi e sono qui a raccontarci le loro avventure proprio perché l'hanno scampata (per fortuna e/o per bravura dell'equipaggio) in mille situazioni pericolose! (mentre centinaia di altre navi hanno trovato un destino meno fortunato). Una sorta di selezione naturale!
Un discorso analogo si può applicare al nostro universo, dove le costanti e le leggi fisiche sembrano essere giuste giuste per permettere la nascita e la proliferazione della vita come noi la conosciamo. Questo pensiero costituisce una delle forme con cui si esprime il cosiddetto "principio antropico".
Eppure qualcuno (vedi l'articolo su Scientific American) ha provato a speculare sulla possibilità che il nostro non sia poi un universo così privilegiato, e che cambiando o addirittura eliminando qualche legge della fisica, la vita a base carbonio possa essere ancora possibile.
E' una specie di "gioco cosmico", in cui si cambia di poco il valore di alcune costanti della fisica (come per esempio la massa di alcune particelle elementari) e si prova a simulare cosa accadrebbe all'universo e alla chimica della materia.
La vita organica come noi la conosciamo si basa sul Carbonio 12, un elemento stabile che forma le molecole essenziali allo sviluppo ed al mantenimento dei processi biologici. I protoni ed i neutroni che costituiscono il nucleo di carbonio hanno un rapporto di massa ben stabilito, e cioè il neutrone è lo 0.1% più pesante del protone. Cosa succederebbe se, per esempio, fosse il protone ad essere lo 0.1% più pesante del neutrone? Senza perderci nei dettagli, si può dire che gli oceani sarebbero fatti di acqua pesante e che il Carbonio 14  (normalmente radioattivo, ma che diverrebbe stabile) sostituirebbe il Carbonio 12 (che invece diverrebbe instabile). La chimica sarebbe forse leggermente diversa, ma ciò non sembrerebbe precludere la nascita e lo sviluppo della vita come noi la conosciamo.
Un'altra possibilità più esotica sarebbe l'introduzione di un nuovo quark (quark strange)  nella composizione delle particelle che costituiscono i nuclei (normalmente formate da due quark, l'up e il down), previa riduzione estrema della massa del quark down. Si verrebbe a creare un tipo di carbonio denominato carbonio sigma che, nonostante la sua "stranezza" (in tutti i sensi), sarebbe capace di sostenere una chimica organica.
Altri maneggiamenti portano invece ad universi in cui non esistono forme stabili di carbonio ed idrogeno, e di conseguenza non è possibile lo sviluppo della vita.
Uno scenario più spinto riguarda la rimozione in toto di una delle forze fondamentali, la cosiddetta forza nucleare debole. Per quanto ciò possa sembrare un'operazione estrema, gli autori giungono alla sorprendente conclusione che pure in un universo così "castrato" la vita a base carbonio sarebbe possibile. Un'universo senza la forza nucleare debole apparirebbe più "fioco", poiché le stelle sarebbero in media più fredde: una "Terra" di tale universo, per poter sostenere la vita, dovrebbe trovarsi più vicina al suo sole di quanto non lo sia il nostro Mercurio.
Ad ogni modo, non è ancora chiaro se tali operazioni di rimaneggiamento di costanti fisiche e interazioni fondamentali siano del tutto scevre da controindicazioni, e cioè se cambiando una delle costanti non debbano di conseguenza cambiare anche le altre per far quadrare i conti dell'equazione cosmica (che ancora ci è ignota nella sua interezza). In tal caso sarebbe virtualmente impossibile, con le nostre attuali conoscenze, stabilire se, in questi strani universi paralleli, la vita come noi la conosciamo sia possibile oppure no.