venerdì 27 agosto 2010

L'avatar prossimo venturo gira su due ruote

L'altro giorno, leggendo le notizie nella sezione "News Scan" di Scientific American di questo mese, mi sono imbattuto in un articoletto che mi ha lasciato a bocca aperta, perché ha descritto, proprio come me l'immaginavo, una diavoleria tecnologica che avevo incontrato pochi giorni prima nel romanzo di fantascienza "Einstein's Bridge", scritto nel 1997 dal fisico americano John G. Cramer. Nel romanzo si descriveva un robot su ruote, vagamente umanoide, che si aggirava tra gli uffici e i cantieri del super acceleratore di particelle SSC, sotto il controllo di una persona situata a diversi km di distanza. Il robot possedeva un paio di occhi, attraverso i quali la persona distante poteva vedere, ed un piccolo schermo, che mostrava l'immagine della persona stessa.
QA - Il fratello maggiore di QB
Forse a questo romanzo si sono ispirati i creatori di "QB" il robot/avatar capace di dare a chiunque possegga internet - e ovviamente un tot di soldi - il dono dell'ubiquità.
Una sorta di "Skype potenziato", che consente all'utente di muoversi liberamente (o quasi), nell'ambiente in cui si trova l'avatar.
QB in azione
Per ora il robot in questione non è in grado di interagire materialmente con cose e persone, nel senso che non possiede arti che possano essere comandati - come il robot descritto nel romanzo di Cramer. Tuttavia ciò non sembra costituire un grosso ostacolo per una futura  implementazione. Per cui, in un domani forse neanche tanto lontano, possiamo immaginarci di vagare virtualmente in una località remota, scambiando due chiacchiere con amici, con tanto di strette di mano, abbracci e baci (... uhm..., forse per questi ultimi dovremo aspettare ancora un po'...).


sabato 14 agosto 2010

Quel treno del tubo!

Correva l'anno 2002, quando buttai giù l'idea embrionale di un mezzo di trasporto peculiare (qua a fianco riporto una scansione della pagina di appunti sperimentali): un tubo in cui si sia fatto un vuoto parziale, dentro cui fare scorrere una sorta di treno a levitazione magnetica.
I vantantaggi di un simile approccio sarebbero molteplici e si potrebbero condensare nella seguente lista: 
  • velocità ottenibili di gran lunga superiori a quella del suono nell'aria
  • attrito nullo
  • ridotto dispendio energetico (possibilità di reimmagazzinare quasi tutta l'energia in frenata)
  • riduzione del rumore
Al tempo di quegli appunti, mi ricordo che pensai al fatto che, se fosse esistito un treno del genere che collegasse  Rimini con Vienna (800 km), il tempo di percorrenza si sarebbe ridotto a qualche decina di minuti (invece delle 12 ore necessarie in treno o le 2-3 ore - compreso check-in e tutto - in aereo)! Incredibile!
Allora feci una ricerca su internet per vedere se già esistesse in giro un concetto simile, ma non trovai nulla. A quando pare proprio in quegli anni, però, la stessa idea doveva frullare per la testa di un certo signor Okano, visto che nel 2003 egli pubblicò un articolo sulla fattibilità di tale opera ingegneristica (anche se si riferiva al trasporto di cose e non di persone).
A cercare bene, oggi si trovano più fonti, anche risalenti a diversi anni prima, dove però non si considerava l'utilizzo della levitazione magnetica ma solo del tubo a vuoto.

Oggi esiste almeno una compagnia che si sta dando da fare per la realizzazione di un simile sistema:
Altre informazioni su:

Il sito della ET3
Io continuai a lavorare nel campo della propulsione spaziale e l'idea rimase solo un appunto su un libro di esperimenti... Ma è ironico che il motto della compagnia di cui sopra sia: "Space Travel on Earth (TM)"!

lunedì 9 agosto 2010

A proposito di "bioidingegneria"... Il primo microorganismo con DNA artificiale

E' nel numero di Agosto di Scientific American la notizia del primo microorganismo con DNA costruito artificialmente in laboratorio. Lo scorso marzo alcuni scienziati del Craig Venter Institute di Rockville (Maryland) hanno inserito il genoma sintetizzato del batterio Mycoplasma mycoides in una cellula di Mycoplasma capricolum, e prontamente il nuovo DNA ha cominciato a far lavorare la cellula come se fosse un batterio M. mycoides. Nel giro di tre giorni i ricercatori si sono ritrovati con un'intera colonia di M. capricolum "comandati" da DNA sintetico di M. mycoides.
Emblematico è ciò che ha detto Craig Venter - il leader del gruppo di ricercatori - durante una conferenza stampa: "Questa è la prima cellula auto-riproducentesi sul pianeta ad avere un computer come genitore".
A quanto pare l'Era Bioide descritta nei post precedenti non sembra poi tanto lontana...