venerdì 18 giugno 2010

"Ipotesi sul futuro" (parte 1)

Correva l'anno 1999, quando cominciai a buttar giù un paio di righe su quella che sarebbe potuta essere l'evoluzione tecnologica nel nostro futuro (più o meno remoto). L'idea era quella di farne un romanzetto di fantascienza - o una specie di saggio, fra fantascienza e futurologia - cosa che decadde per vari motivi. Rileggendo quelle righe ad una distanza di 11 anni, mi sono reso conto che molte delle idee riportate stanno quasi per essere messe in pratica nel mondo reale e molte idee di tipo più fantascientifico cominciano a mostrare una patina color sepia. Così mi sono deciso di pubblicare, divisi in un paio di post, quegli "appunti" vecchi, prima che il tempo li trasformi in qualcosa di completamente scontato ed obsoleto. Sono scritti piuttosto "tecnici", molto simili ad una sorta di "enciclopedia galattica" (in senso asimoviano), che faranno piacere se non altro agli appassionati del genere hard science fiction. Il primo che riporto presenta la descrizione di una delle tre tecnologie che pensavo (e penso tutt'ora) potessero essere tecnologie capaci-di-cambiare-il-mondo. La prima è quella che ho chiamato Immagine, una sorta di evoluzione naturale di internet. La seconda sono i cosiddetti MIRT (MIcro RoboT) - nome che, con il senno di poi, avrebbe avuto senso cambiare in NART (NAno RoboT). La terza tecnologia è quella che chiamai Bioidingegneria, le cui caratteristiche scoprirete nel corso della lettura del prossimo post...

« L'Immagine. L'Immagine è una sorta di Super Realtà Virtuale. Per “andare” in qualsiasi posto basta collegarsi all’Immagine, che sarebbe la rete mondiale e planetaria di proiettori-ricevitori di stati fisici. Gli stati fisici vengono trasmessi in tempo reale (in realtà vi è una differita di qualche millisecondo) e sono caratterizzati da una risoluzione di poco superiore alla risoluzione cerebrale. Gli stati fisici vengono captati tramite un sensore che incorpora le capacità di una telecamera a largo spettro (dall’infrarosso lontano all’ultravioletto), di un microfono (anche se non è esatto chiamarlo così, infatti ha un range di sensibilità che va da 0,001 Hz a 70000 Hz), di un’antenna a larga banda (dalle ELF alle EHF, fino ai raggi X e gamma), di un analizzatore di campo elettrico, di un magnetometro ed infine di un analizzatore molecolare (un “naso” capace di riconoscere pressoché tutti i tipo di molecole). Praticamente tutto ciò che vi può essere di “interessante” viene captato ed immesso nella rete. Il numero di questi sensori è variabile, dato che vengono costruiti e distrutti continuamente, a seconda della domanda. Ad ogni modo ormai non esiste angolo del pianeta che non sia scrutato da uno di questi “occhi”; anche il sistema solare pullula di questi sensori, dotati di una micro-unità di trasporto spaziale capace di spostarli rapidamente nel vuoto interplanetario.
L’interfaccia tra corpo umano e l’Immagine è rappresentata da quattro gruppi di MIRT (MicroRoboT) specializzati situati rispettivamente nel midollo allungato, nell’orecchio interno, nel cervelletto e nell’encefalo. Da queste quattro posizioni strategiche i MIRT hanno pieno accesso a tutte le facoltà sensoriali dell’ospite. Grazie ad essi è possibile il totale coinvolgimento del corpo umano in una esperienza sensoriale la cui origine può essere situata ad una distanza teoricamente infinita dal corpo stesso. Il gruppo di MIRT impiantati nel midollo allungato, in stretta sinergia con i gruppi dell’orecchio interno e del cervelletto, presiedono principalmente alla gestione degli eventi motorii ed inducono, sotto il controllo cosciente dell’ospite, uno stato di totale paralisi, garantendo contemporaneamente un feedback virtuale relativo alle sensazioni motorie indotte. L’impulso neuroelettrico che causerebbe, per esempio, il movimento delle gambe viene infatti intercettato dai MIRT del midollo allungato, i quali lo elaborano, emettendo un impulso di feedback diretto al cervello. In altre parole, l’ospite ha proprio la sensazione vivida di camminare anche se i muscoli delle gambe non effettuano alcuna contrazione ed il corpo rimane totalmente fermo.
Il gruppo dell’orecchio interno garantisce ovviamente anche la percezione delle sensazioni sonore. Il gruppo dell’encefalo, il più cospicuo, provvede allo smistamento delle altre informazioni sensoriali ed alla supervisione delle operazioni degli altri gruppi.
Di fatto, per l’ospite, non esiste alcuna differenza tra il vivere una situazione reale ed una virtuale creata dall’Immagine. E’ addirittura possibile vivere situazioni di tipo “mangereccio”, nelle quali la sensazione di fame non è indotta artificialmente, ma consiste nella risposta fisiologica dell’organismo nutrito da MIRT alimentari. Quest’ultima caratteristica ha portato all’utilizzo continuativo dell’Immagine, che può protrarsi per un tempo teoricamente infinito. [...] »

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